domenica 24 maggio 2009

Sottrazione di vita

Come chiamare questo fenomeno che sta toccando l'Italia da nord a sud, di ragazzini che decidono di uscire di scena, di togliersi la vita, in modi spesso atroci, per motivi che sembrano banali come il cattivo esito a scuola, o di una cotta?Non è una novità, ma l'aumento c'è, e ci toglie anche quel banale, nefasto riparo e luogo comune che ci faceva dire: qui è dura ma lassù nei paesi nordici i giovani si fanno più fuori... No, succede anche qui, nella solare Italia, dove nessuna notte dura molti mesi e forse una notte è penetrata nelle vite di tanti più giovani. Che poi si dice: ma che strano, non sembrava...Nessuna parola potrà mai spiegare definitivamente nessuno di questi fragili, tremendissimi gesti. Ma questi buchi che si aprono, questi fiori che scompaiono, insomma questo mutare di panorama da vita in morte e proprio dove la vita pareva più forte, iniziale, prorompente non può lasciare tranquilli.E' una emergenza sociale. Politica. A meno che non si consideri politica questa continua estenuante baruffa che molti dei nostri politici inscenano mentre là, ai lati della scena, questi ragazzi che rientrano nelle quinte sembrano non interessare nessuno. Come chiamarlo questo fenomeno se non grido, o supplica. O ferita ai polsi di tutti. E richiamo, muto, attonito, a vedere che cosa di vitale stiamo proponendo ai nostri figli, e ai figli di tutti che sono i ragazzi che incontriamo...

DR

[da "clanDestino ZOOM - ogni settimana uno sguardo realistico (e perciò poetico) al mondo"]
Pubblicato da Giulia alle 02:55 |  

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