Milano.Un bimbo di dieci anni col cuore un po’ in gola ha chiesto a sua mamma: “Ma è stato davvero il papà a volere farla morire?”. Che scandalo per i bambini un mondo dove non si sa più se il bene di papà coincida con la tua vita o con la tua morte, bambino. Il seme inquieto, La dichiarazione, Il Mondo Nuovo. Prendete la cartina dell’Italia e guardatevi, voi siete qui. Siete usciti da uno dei romanzi di Gemma Malley, Anthony Burgess, Aldous Huxely e avete cominciato a vivere come personaggi di questo mondo. E a morire come Eluana Englaro. Credevamo che esistesse un dovere di cronaca, che esistessero i fatti prima delle opinioni, che ci fosse un mondo comune da spartire e, pane al pane, che Eluana Englaro è morta di arresto cardiaco non perché soffriva di cuore, ma perché l’hanno ammazzata (e non facevano meglio a iniettarle del cianuro prima, invece che fare l’autopsia dopo? Che dubbio, il dubbio del giorno dopo? Che autopsia è se l’hanno ammazzata con la stricnina invece che per negazione di una goccia d’acqua?). E invece i recentissimi titoli e commenti dei giornali negano tutto, imbrogliano tutto, sentimentalizzano tutto. Dicono “Eluana è morta”, che “adesso al di là delle opinioni ci vuole una legge”, dicono che bla bla bla. Interessante, non viviamo più nello stesso mondo, ma il mondo va avanti. Che spettacolo. E che ne sai che poi Eluana magari si reincarna in un albero o sarà un tutto con l’energia cosmica? Ma intanto. Cosa ci dice l’omicidio buono? Bè, che è meraviglioso essere uomini e donne, come mi ha segnalato l’amico Giancarlo Cesana, le sole malattie a trasmissione sessuale, mortali al 100 per cento. Che spettacolo. Ieri mattina, attorno alle 11, dopo Rai Uno Mattina. Dopo gli inchini di grave e toccante consenso a una Lidia Ravera di grande rigore morale. “Abbiamo pietà dei nostri cagnolini, quando sono malati li portiamo dal veterinario, un’iniezione e via. Perché non abbiamo questa pietà per gli esseri umani? Ringrazio Beppino Englaro. Mi sono fidata di lui e ho avuto ragione. E’ stata una grande lezione per tutti. Grazie”. Che spettacolo. Dicevo, ieri mattina, attorno alle 11, dopo Rai Uno Mattina, all’angolo del ponte Garibaldi, versante Via Arenula, giaceva sul selciato, immobile, raggomitolato, un uomo. Era morto? Era vivo? Chissà. Due ragazzi parlottavano vicino a lui e anch’io, per dire, l’ho guardato e sono venuto a scrivere questa cosa che la sua presenza sul selciato, il suo silenzio raggomitolato, dopo Rai Uno Mattina, mi ha dettato dentro. Che spettacolo. Il professor Mori è un uomo pio, un po’ spento, ma pio, con l’occhio liquido liquido e il capello dello scienziato esagerato. Diceva Mori, ieri a Rai Uno Mattina, un po’ con l’affanno dello scienziato del Ventesimo secolo che scoprì nelle misure del cranio la superiorità dell’uomo bianco rispetto al negro, che finalmente il generoso e simbolico gesto di Beppino Englaro, la pace naturale raggiunta da Eluana Englaro, dimostrano che questa idea della vita come mistero, questo mistero della vita, “è roba vecchia, roba superata dai progressi scientifici”.Che spettacolo. Lo avevano già appurato Lenin e Hitler, Pol Pot e Mao nello scorso secolo, ma Mori crede di essere arrivato primo, lui e poi anche Beppino, a scoprire che l’uomo, la donna, sono carne inutile. Insomma, l’altra sera, la sera prima di Rai Uno Mattina, il mondo suonava le campane a vita. E Beppino Englaro suggellava la sua carriera di Padre modello (mentre nel mondo comune normale, reale, materiale, ragionevole, insomma, nel mondo dei fatti che era esistito fino alle 20 e 10 di lunedì dell’Anno Domini 2009, sarebbe stato un padre al quale un giudice avrebbe tolto la patria potestà per evidente incapacità di intendere e di volere altro che il proprio dolore e narcisismo da “purosangue” e “somiglia solo a me!” e “adesso non esiste più, per me è morta dal giorno dell’incidente”, come Beppino disse in giro per parecchi anni).Insomma, il fiume Tevere ieri scorreva limaccioso, lambendo gli argini ed esondando proprio nei pressi di quel ponte lì, quello del raggomitolato sul selciato, all’angolo che da su Via Arenula, proprio in faccia l’isola Tiberina. Antico Ospetale, poi Ospedale, edificato col sudore e col sangue di chissà quali alfieri e pezzenti, illustri uomini e puttane (proprio come il Duomo di Milano) per contenere la povera umanità malata, marcia, puzzolente. Epperò amata, curata, guardata, come diceva Teresa di Calcutta, come la carne profumata e bella dei più bei principi e principesse di questo mondo. Questo mondo? Quale mondo? Questo qui, o quello cristiano, il mondo della medicina iniziato con le opere di misericordia, poi spetali, poi ordini ospedalieri, poi Ospedali (“che la medicina è partita così, non per moto scientifico, ma per imitazione di Cristo e partecipazione alle Sue sofferenze partecipando alla sofferenza dell’altro”, sempre Cesana)? E chi se lo ricorda più. Quasi non se ne ricordano più nemmeno gli uomini di chiesa (e infatti per il vescovo emerito di Foggia e la scuola cristiana di don Verzè tutto è bene quel che, come nel caso Eluana, finisce bene). Ma insomma, che spettacolo. E’ finita la civiltà cristiana e non l’ha battuta il turco, non l’ha battuta Bin Laden, non l’ha battuta il minareto che avanza da Amsterdam a Sarajevo. L’ha battuta un omino tranquillamente sconvolto. L’ha battuta uno così tenacemente fuori sé dal dolore, che come potevamo non dargli ragione, mentirgli e mentirci tutti insieme, appassionatamente, dicendo anche noi, tutti in coro, che sì, Eluana è morta 17 anni fa, che la carità delle suore non meritava libertà, che adesso noi l’abbiamo finalmente liberata dalla non vita? Che spettacolo.La figlia secondogenita di una mia amica, ragazzina che scorreva limpida e serena fino a questa età terribile e mostruosa che sono i tredici anni (quando sei ancora un po’ bambina e un po’ col primo mestruo si affaccia l’inquietudine delle grandi domande), chissà cosa gli rimuginava dentro, chissà cosa ha sentito la sera prima di Rai Uno Mattina sentendo di quella morte lì e vedendo tutto il Nuovo Mondo, lì, ad applaudire. Cazzo, fatto sta, che questa tredicenne la mattina si è alzata, non ha detto niente, un gran mal di stomaco, nausea forte. E ha vomitato come se stesse vomitando tutto il mondo. Avrà sentito in giro nell’aria che come c’è una data alla fine dell’impero romano e poi a quello bizantino, c’è una data della fine della civiltà cristiana? Chissà.Che spettacolo. Che si fa? Non lo so, ma ci sono piccina mia, io ci sono. E ci sono gli amici e Giuliano. Però, che spettacolo questo rovesciamento cosmico, questa rivoluzione del mondo, questo sigillo posto lunedì 9 febbraio 2009, ore 20 e 10, dal grande Nemico dell’uomo. Cristo in croce fu abbandonato dal Padre, Eluana mai un Minuto.
Luigi Amicone
11 febbraio 09